La maggior parte dei blog che trattano della vita in pensione o siti dedicati ai boomers pongono in primo piano l’importanza di tenersi in forma, attraverso un regolare esercizio fisico. In fondo la pensione può essere una vera e propria chance, o meglio, la seconda chance per migliorare il proprio stile di vita per chi non l’avesse fatto prima. Non ci sono più scuse, nessuna presentazione da preparare, nessun commuting, nessun power-point a tenervi svegli la notte.
Nella pratica invece di diventare più lenti, grassi e deboli ogni anno che passa, si può scegliere di diventare più in forma, sani e forti. E questo può avvenire principalmente da un’attività costante e da una alimentazione equilibrata. Questo approccio viene trattato in profondità in un bellissimo libro “Younger Next year” di Chris Crowley e Henry S. Lodge, dove si afferma che il 50% delle malattie comuni nella terza parte della vita possono essere eliminati grazie ad un diverso stile di vita e che il 70% del normale decadimento fisico associato all’età che avanza può essere rinviato all’ultimissima parte della vita. Incredibile ma vero! Incorporare l’esercizio fisico nella routine quotidiana è una delle migliori ricette che possiamo prescrivere a noi stessi, anche perché i benefici non riguardano solo la sfera fisica, ma quella emotiva.
Un’altra fonte di ispirazione che trovo fantastica sotto questo aspetto ma non solo, sono i racconti riportati nel sito “Retiree Rebels”, storie che mettono in evidenza quanto sia lontana dalla realtà dei nostri Ribelli l’immagine dei pensionati sulla sedia a dondolo. Donne e uomini che si mettono alla prova, che si reinventano, che vogliono provare esperienze nuove e avventurose con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita divertendosi e rimanendo più che attivi.
Per quanto mi riguarda, cerco di applicare queste buone pratiche alla mia personale routine: negli ultimi anni sono diventata una fan del nordic walking, attività che riservavo solo ai weekend. Ora che posso dedicarmici più spesso, questo sport diventerà uno dei miei obiettivi-abitudine per il 2022: devo inserirlo assolutamente nel mio nuovo workbook! In più, vivere a Trieste offre miliardi di opportunità per chi vuole fare delle camminate nella natura. Il Carso, l’altopiano che abbraccia la città, è infatti il luogo ideale dove trovare sentieri adatti al trekking: mi vengono subito in mente la strada Napoleonica, il sentiero della Salvia, il sentiero dei pescatori, il sentiero Ressel, il parco di Globojner, il sentiero della Vecchia Ferrovia, la ciclopedonale, la Val Rosandra. Non c’è che l’imbarazzo della scelta! Possiamo decidere se camminare vista mare, oppure addentrarci nei fitti boschi sugli sterrati che collegano i vari paesini carsici fino alla Slovenia. Sono sicura che quasi tutti i triestini DOC, per la maggior parte amanti dello sport all’aria aperta, sapranno citare almeno 10 percorsi più di me 😉
Di ritorno da una lunga camminata a Cividale del Friuli
Strada Napoleonica novembre 2021, camminata in solitario
Oltre alle camminate nordiche, quest’estate ho fatto un notevole passo avanti per diventare anch’io un po’ Retiree Rebel: ho scoperto lo Yoga!
Yoga, in Sardegna con mia nipote Camilla che è una Rebel a prescindere dall’età anagrafica (infatti è giovanissima). Camilla, oltre ad essere una communication manager e social media strategist, è una insegnate di yoga molto speciale perché abbina la pratica dello yoga al potere del mare. E lì, su una lingua di arenile che unisce i due tratti di spiaggia di Rena Majore, chiamata da noi “l’istmo”, ogni giorno tiene i suoi corsi all’aria aperta, in cui si viene cullati dal suono della sua voce e da quello delle onde.
Cominciare a fare yoga per me è stata una bella sfida perché toccare con mano i propri limiti fisici è un po’ urticante, ma fin da subito è scoccata la scintilla. Non so cosa sia, sarà che intuisci che è qualcosa di ben più grande di un esercizio di pilates, che è una forma di unione fra noi stessi e l’universo, l’unione di corpo, mente e spirito, che è un percorso psico-fisico ed energetico grazie all’unione di movimento, respiro e silenzio. E così nei mesi trascorsi in Sardegna, uno dei miei posti del cuore, correvo all’Istmo da Camilla, proprio nella mia fase più difficile del mio bioritmo (dalle 8 alle 9.30), per ritornarne carica di nuova energia e di nuove amicizie. Perché la community degli yogini è ovunque e condividere la passione per una pratica così profonda fa sì che il tuo vicino di tappetino venga subito a prendere un caffè assieme a te al bar della spiaggia, il Paradise, dove parlare di tutto un po’ guardando il mare.
Date un’occhiata qui: www.Camyyoga.it, The Sea Yoga Revolution. Troverete la descrizione dei corsi tenuti da Camilla in una natura e scenari mozzafiato e penso che vi innamorerete un po’ anche voi del messaggio che trasmette: “Praticare lo yoga in spiaggia è un’occasione unica per rigenerare sé stessi, la forza del mare del sole e del vento liberano l’energia dentro di noi. Lo yoga come il mare ci fa scoprire la nostra leggerezza, la capacità di fluttuare, di essere creativi. Ci insegna a surfare le onde della vita e a riconoscerci come gocce di un unico grande oceano”.
Lezione di Sea Yoga Revolution settembre 2021
Ehi, Rebels, appuntamento all’Istmo o ci vediamo direttamente al bar?
Direi direttamente al bar, dopo una bella corsa; eh sì la corsa mi manca perché mi manca l’energia per incastrare le corse nella vita frenetica dell’aspirante retiree (mi ritengo rebel a prescindere) che sto conducendo.
Ciao aspirante Retiree, effettivamente è molto difficile raggiungere il tanto bramato work life balance, soprattutto quando si ricoprono ruoli importanti. Qualcuno riesce a ritagliarsi uno spazio sacro da dedicare a se stesso , uno spazio inviolabile: questo fa parte dei buoni propositi che poi a poco a poco vengono fagocitati da altre questioni che assumono maggior priorità. Ti aspetto al bar sulla spiaggia, covo di rebels che si riprendono la vita!!!!