Ricordo bene quel giorno, “the click day”, ho premuto il tasto del PC con un misto di eccitazione ed entusiasmo: chissà cosa mi avrebbe riservato la vita dopo il lavoro! Sì perché io non ho pianificato nulla, ho continuato a lavorare sodo fino all’ultimo giorno. Nonostante questo, sono sempre stata convinta che esistono fasi nella vita che è bene rispettare: il periodo dello studio, della crescita professionale, del consolidamento delle proprie competenze, del mentoring verso le nuove leve ed infine quella che ti vede rilassato a 60 anni a prendere il sole su una spiaggia, godendoti i frutti degli anni precedenti.
Ho dato uno sguardo al panorama dei vari blog esistenti a livello internazionale sul tema del pensionamento: ebbene, sono talmente tanti, soprattutto nel mondo anglosassone, che sarebbe impossibile elencarli tutti. La chiave del successo di ogni pensionamento o pre-pensionamento, sostiene la maggior parte dei blogger, è un’attenta pianificazione di tutti gli aspetti legati alla pensione con anni di anticipo. E quindi si tratta di prendere in esame non soltanto il lato finanziario che rimane comunque l’elemento cardine per condurre una vita in pensione con serenità, ma abbracciare nell’analisi tutti gli aspetti legati alla sfera emozionale. Elencare le paure e stabilire “cosa fare se…” può essere di grande aiuto per chi vuole avere un morbido atterraggio su questo nuovo pianeta.
Ammetto che, con il senno di poi, allenarsi alla vita in pensione con anni in anticipo è una mossa stravincente. Ho conosciuto colleghi che si sono preparati a questo passo fin dal primo giorno di lavoro 😊; tuttavia, non è da tutti programmare la vita in ogni dettaglio, soprattutto se il lavoro ti assorbe a tal punto che non ti lascia il tempo per pensare ad altro, o hai una paura inconscia di affrontare un futuro sconosciuto.
E così i miei primi tempi sono stati un inferno. Senza PC (restituito all’azienda), senza Teams, senza conference call, senza meeting, né presentazioni da preparare. Persa, smarrita, non avevo più una mia identità, una direzione, cose da fare. Ho provato una sensazione di vuoto, mentre tutti mi dicevano che avrebbero voluto essere al mio posto. Ma al mio posto c’ero io, e non ero contenta.

I miei primi  6 mesi

Doveva essere la realizzazione di un sogno, invece i miei primi 6 mesi sono stati un incubo.
Eppure, qualche tentativo di trovare un nuovo hobby o una nuova passione l’avevo già fatto: in epoca pre-pandemia mi ero iscritta ad un corso di pittura ad olio ed avevo frequentato un corso di recitazione amatoriale. E così uscivo di casa alle 9 per tornare alle 23….un po’ pensante soprattutto quando non scatta quella scintilla che non ti fa sentire la fatica. Dopo i miei impacciati ed ambiziosi tentativi di replicare i quadri di Odd Nerdrum, un pittore contemporaneo un po’ complesso e di imparare a memoria fra una riunione e l’altra, il monologo di Maggie nella Gatta sul tetto che scotta, ho deciso di abbandonare le due esperienze. Bandiera bianca! Non ero semplicemente in grado di conciliare le attività extra lavoro con i miei impegni lavorativi!

Ma torniamo all’inizio.

Anticipando ogni mia mossa, i miei ex colleghi mi fanno una grossa sorpresa facendomi recapitare a casa un meraviglioso PC ! Li avrei abbracciati ad uno ad uno, nonostante il Covid. È stato molto triste per me non aver potuto organizzare un saluto se non a distanza, causa restrizioni dovute alla pandemia.
A febbraio, per colmare quella sensazione di vuoto, di mancanza di routine, e di stimoli, mi sono iscritta ad un corso che si è rivelato di grande aiuto: “Crea il tuo 2021 a partire da te”, ideato e condotto da una delle coach più preparate, creative e stimolanti che ho incontrato sulla mia strada, Gina Abate. Attendevo quegli appuntamenti settimanali come una manna dal cielo. In estrema sintesi, il programma di lavoro consisteva nel darsi degli obiettivi da raggiungere nell’arco dell’anno, partendo da un self-assessment del livello di soddisfazione nelle aree della vita (lavoro, relazione di coppia, famiglia, livello economico, investimenti e risparmi, salute, amici e relazioni, emozioni, ambiente e beni materiali). Si trattava poi di monitorare con regolarità il progresso dei propri propositi, ritrovando lo slancio necessario per realizzare quelle cose che magari finiscono sempre in fondo alla lista. Gina mi ha dato un metodo, colmando così uno dei vuoti principali delle mie giornate in pensione: la mancanza di struttura! Il confronto con il gruppo di donne che ha partecipato al corso e con cui si è stabilito un legame di “sorellanza” mi ha dato una grande mano e sono molto riconoscente a tutte loro.

 

Attraverso il piano d’azione così delineato, con tempistiche, aree di riferimento, motivazioni e primi passi, ho raggiunto tutti gli obiettivi del 2021 e sto tuttora lavorando in qualcuna delle seguenti aree:

1. Analisi della gestione delle entrate e delle uscite e pianificazione spese straordinarie: non che prima viaggiassi al buio, ma con grande pazienza, ho mappato tutte le voci di spesa e registrato i vari flussi di entrate e uscite in un fantastico ex-cel che è diventato un vero e proprio strumento di esame e controllo del bilancio familiare.

2. Sistemazione della casa: ho contato più di 30 lavori di manutenzione ordinaria che ho completato nell’arco di due mesi, ricorrendo ad un prezioso aiuto esterno che mi ha affiancato nel risolvere problemi pratici (quanti tutorial sui lavori domestici ho guardato in quel periodo!!!)

3. Mantenimento dell’inglese: ho iniziato a seguire dei corsi di conversazione per mantenere il livello e per migliorare la fluency nel parlato. Coltivare una lingua straniera è sempre stata la mia passione; la pensione può essere un’occasione per dedicare più spazio a questa attività.

4. Esercizio fisico: con le palestre chiuse per la pandemia, ho stabilito una routine di camminate veloci fino a 10.000 passi quotidiani. Non sono molto regolare in questo, cercherò di raggiungere con costanza il mio obiettivo giornaliero visto che rimanere in forma è una delle condizioni essenziali per vivere bene la vita in pensione. Questo principio è basilare e non dovrebbe mai venire trascurato! Ve lo dice una che è perennemente a dieta!

Beh, piano piano, cominciavo a non soffrire più poi così tanto.
Il mio Workbook è stato il mio strumento di guida in questo periodo: lì segnavo giorno per giorno il livello di avanzamento dei miei obiettivi. Questo progetto condiviso all’interno di un gruppo di persone stupende, è stato per me una vera e propria rete di salvataggio.
Come un’equilibrista, ho mosso i primi passi incerti su una lunga fune, ma la rete era lì e non ho avuto paura.

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