Caminante, no hay camino,
Se hace el camino al andar.
Antonio Machado

 

Non so esattamente quando sia successo, ma c’è stato un momento in cui ho cominciato a non associare più l’immagine della pensionata a una donna insoddisfatta e un po’ in disparte, la versione al femminile dell’umarell che passa il tempo ad osservare i lavori in corso sulle strade o nei cantieri da dietro la rete di recinzione.

Mi trovavo in Sardegna a Porto Liscia, il paradiso dei surfisti, vicino al ben più noto Porto Pollo. Era una giornata di gran vento e sfrecciavano davanti a me tantissime vele colorate. Guardavo le evoluzioni dei surfisti con grande ammirazione: le loro prodezze su quelle tavole mi ha sempre dato una forte emozione. Poi il mio sguardo ha cominciato a posarsi su di loro ed è in quel momento che ho pensato a questo blog. Con mia grande sorpresa la gran parte di quei surfisti avrà avuto fra i 60 e i 70 anni!!! E così ho pensato che mi sarebbe piaciuto intervistare tutta quella tribù di sportivi con le loro mute scintillanti, i loro volti segnati dal sole e dal sale, i tatuaggi, per chiedere cosa facessero nella vita, se fossero pensionati, se non avessero mai abbandonato il gusto del sogno e condividere la loro testimonianza su di un blog. Da quel momento in poi ho cominciato ad immaginare a sito tutto mio che raccontasse della mia esperienza e delle esperienze degli altri. Volevo sapere come vivono i pensionati la loro vita, con lo spirito di quegli orgogliosi surfisti o con l’arrendevolezza di chi ormai si ritira dalla vita? C’era una voce dentro di me che sapeva quale fosse la mia missione e che voleva che io cominciassi a fare qualcosa. Ho cominciato ad ascoltare quella voce impertinente.
Ma ci sarebbe stato spazio per l’ennesimo blog nell’affollato mondo dei social? Ancora non so dare una risposta a questa domanda. Da quel giorno, ho cominciato ad esplorare il web e ho trovato tantissime fonti di ispirazione sul tema “vita in pensione”, ho conosciuto dei veri e propri influencer, per la maggior parte inglesi o americani.
Invece di scoraggiarmi nell’apprendere che l’argomento è molto presidiato, ho imparato moltissimo dalle esperienze altrui e rimango convita che ognuno di noi ha qualcosa da dire e da trasmettere a beneficio di altri.

Il focus comune che emerge dai pensionati più navigati, da queste star del web, è che vivere la pensione con una passione, una missione aiuta a risolvere molti problemi personali connessi al senso di perdita degli aspetti positivi legati alla carriera e alla mancanza di una identità professionale. Aiuta a rimanere collegati socialmente, a tenere la mente allenata e a rimanere fisicamente in forma. La passione è qualcosa per cui essere grati alla fine della giornata e la ragione per cui svegliarsi con un sorriso ogni mattina. Certo che se uno non ce l’ha, deve cercarsela.

Esistono varie tecniche per trovare una missione, visto che non c’è niente di automatico e di scontato nell’andare in pensione. Infatti, non è che magicamente si spalanca davanti a te il periodo più entusiasmante della vita; quello che ho imparato fin qui è che ci vuole tempo, concentrazione e determinazione affinché sia così. Una delle formule più seguite dai nostri guru per trovare la propria strada è quella di fare un lungo lavoro di introspezione, pensando a quello che ci ha sempre dato gioia nella vita. Riconnetterci con il nostro io, con i nostri valori può farci riscoprire aspetti che abbiamo trascurato o dimenticato per concentrarci su altre priorità. Si può andare indietro nel tempo e ricordare le materie che più ci piacevano a scuola, gli aspetti che più gli altri ammiravano di noi, i risultati che più ci davano soddisfazione. Possiamo farci delle domande: che cosa mi piace davvero fare? che cosa mi rende orgogliosa/o di me stessa/o? Quali dei miei valori vengono riflessi in tale attività? Che cosa mi fa arrabbiare? Qual è la mia citazione preferita e perché? Quali sono le 5 cose migliori che ho fatto nella vita? Quali sono le 5 peggiori? Quali sono i miei punti di forza e i miei punti di debolezza? E via dicendo.

Io non ho seguito nessuna tecnica in particolare, ma mi sono interrogata parecchio. E dopo mesi di inquietudine, improvvisamente un’immagine legata ad un mondo di pensionati ribelli, quei surfisti felici nel vento, mi ha fatto riconnettere con me stessa ed ho ascoltato quella voce fino a metter in pratica quello che mi stava suggerendo: scrivere.

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