Non riesco ancora a crederci. Eppure, sono passati due anni da quando sono in pensione.
Era il primo giorno del 2021, sembrava un giorno di ferie come tutti gli altri anni.
Mi sbagliavo di grosso, il primo gennaio 2021 segnava l’inizio di una nuova vita: ero entrata a pieno titolo nella squadra dei prepensionati! Ci ho messo un bel po’ prima di rendermene conto, c’era un nuovo allarme Covid e l’atmosfera era pesante.
Quando mesi prima, avevo aderito al Fondo di prepensionamento lanciato dalla mia azienda per favorire la staffetta generazionale, la mia scelta era stata molto rapida. Pensavo fosse giunto il momento di afferrare quell’opportunità, uno di quei famosi treni che passano una volta sola (chissà poi perché, visto l’incremento di traffico su rotaia di molte aziende).
Le fasi della vita
Pensavo, allora, che ci fossero fasi della vita che era bene rispettare: lo studio, la crescita professionale, il consolidamento delle proprie competenze, il mentoring e infine quella che ti vede rilassato a 60 anni a prendere il sole sulla spiaggia, godendoti il frutto del tuo lavoro degli anni passati. A distanza di due anni ho cambiato completamente idea: penso che la società sia in completa evoluzione e che i confini fra le diverse età della vita stiano sfumando.
Ma quel treno era lì e io ero decisa a intraprendere quella corsa, consapevole che non sarei potuta tornare indietro. Punto e a capo.
C’era un piccolo particolare con cui non avevo fatto i conti: sebbene avessi in mano un biglietto di sola andata, non avevo dedicato l’attenzione necessaria per prepararmi al viaggio, non avevo pianificato nulla in anticipo, non conoscevo l’itinerario, scelto e immaginato la stazione di arrivo, non avevo fatto i bagagli con cura.
Il Treno Pensione è al binario… si parte!
Mi sono presentata alla Stazione Prepensionati senza nessuna valigia, né uno straccio di zaino.
E così la mia corsa è partita tutta in salita, in un vagone di un treno sferragliante e un po’ male in arnese. Dopo circa 6 mesi, una volta individuata la mia vera passione (la scrittura) e messo a terra un nuovo progetto di vita, sono scesa di corsa da quel treno merci per salire su un guizzante Frecciarossa. Lungo il percorso, fatto di improvvise volate e qualche battuta d’arresto, ho raccolto molte testimonianze attraverso questo blog (che ha compiuto un anno) e preziosi consigli da altri blogger, pronti a condividere la loro esperienza di second life.
Passando in rassegna tutto questo materiale, ci sono alcune lezioni chiave, imparate in questi due anni, che ritengo dei veri e propri capisaldi di una vita in pensione di successo.
Lezione numero 1
I pensionati/le pensionate felici sanno chiaramente qual è il loro scopo nella vita, la ragione che dà il valore alla loro esistenza.
È molto improbabile che si riesca a provare una nuova felicità nelle vesti di “pantofolai”, di coach potato per dirla all’inglese, passando le giornate sul divano davanti alla TV, andando ai giardinetti, o controllando i lavori nei cantieri. Queste cose vanno bene per un po’, per ammazzare il tempo, ma poi subentra il bisogno di intraprendere attività che portino con sé nuove sfide, che diano valore ai gesti quotidiani, che ci facciano sentire vivi /vive, che abbiamo un posto nel mondo.
Sempre più persone scelgono di continuare a lavorare oltre l’età pensionabile, magari con ritmi ridotti e modalità più flessibili; altre trovano la loro dimensione nel volontariato, altre ancora preferiscono diversificare le loro attività dedicando più tempo alla famiglia, agli hobby e alle passioni personali. Viaggiare, dipingere, cucinare, fare giardinaggio, leggere, recitare, scrivere, cantare, la lista può andare avanti all’infinito.
L’importante è capire la direzione che vogliamo dare alla nostra esistenza e per farlo è necessario prendersi uno spazio per riflettere su noi stessi e capire le nostre vere aspirazioni, senza condizionamenti esterni.
Ricordate che chi smette di lavorare è ricco di tempo.
Lezione numero 2
I pensionati / le pensionate felici si danno da fare per rimanere in buona salute.
Che senso ha vivere questa tappa della vita se non si può trarne il massimo beneficio? La maggior parte dei pensionati / pensionate sostiene che l’ingrediente più importante per una vita in pensione di successo è vivere in salute. Non è mai troppo tardi per fare esercizio fisico e seguire una dieta sana. La maggior parte dei blog che trattano della vita in pensione pongono in primo piano l’importanza di tenersi in forma, attraverso un regolare esercizio fisico. In fondo la pensione può essere una vera e propria chance, o meglio, la seconda chance per migliorare il proprio stile di vita per chi non l’avesse fatto prima.
Invece di diventare più lenti, grassi e deboli ogni anno che passa, si può scegliere di essere più in forma, sani e forti. E questo può avvenire principalmente da un’attività costante e da una alimentazione equilibrata. La letteratura sul tema ci insegna che il 50% delle malattie comuni nella terza parte della vita possono essere eliminati grazie a un diverso stile di vita e che il 70% del normale decadimento fisico associato all’età che avanza può essere rinviato all’ultimissima parte della vita.
Incredibile ma vero! Incorporare l’esercizio fisico nella routine quotidiana è una delle migliori ricette che possiamo prescrivere a noi stessi, anche perché i benefici non riguardano solo la sfera fisica, ma coinvolgono anche quella emotiva.
Lezione numero 3
I pensionati / le pensionate felici non finiscono mai d’imparare cose nuove
Esercitare la mente non è poi così diverso dall’esercizio fisico. Richiede stimoli costanti. Il che non significa completare puzzle da 10.000 pezzi tutti i giorni, ma esplorare e cimentarsi in cose mai fatte prima, spingendo oltre la nostra frontiera.
Non c’è più bisogno di essere come prima: chi aveva un lavoro di concetto può provare nuove soddisfazioni dandosi al bricolage; chi ha fatto lavori manuali può provare a cimentarsi in materie culturali. Si fa perché si ama fare, per godersi ogni piccolo passo in avanti.
Fate leva sulla vostra curiosità e sul vostro desiderio di continuare ad evolvere; anche in questo caso le possibilità sono innumerevoli e la tecnologia ci dà una grossa mano. Molte piattaforme offrono corsi di tutti i tipi e per tutte le tasche. Perché non approfittarne? E se invece preferite frequentare dei corsi in presenza, anche per conoscere nuove persone con cui condividere gli stessi interessi, non abbiate timore. Le cose interessanti e l’apprendimento stanno lì, fuori dalla vostra comfort zone.
Per altre lezioni chiave, seguitemi nei prossimi articoli.
La vita in pensione è fluida, cambia, si modifica; c’è sempre tanto da dire, c’è sempre tanto da condividere.
Ora tocca a te:
- Quale lezione chiave hai fatto già tua?
- Aggiungeresti qualcosa? Scrivilo nei commenti qui sotto.
Penso, sinceramente, che la Gratitudine sia l’insegnamento più importante da apprendere e da “allenare” ogni giorno, a tutte le età. Quando impariamo ad essere presenti nel nostro respiro, qui ed ora, per essere vivi, amati, per ogni cielo, luna, tramonto o temporale che possiamo vedere, ogni esperienza sarà una profonda conquista.
Ciao Camilla,
Che bello leggerti! Mi piace molto la pratica della Gratitudine e ti ringrazio per averla messa in luce fra le lezioni più importanti. Essere grati, secondo me, è un modo di porsi nei confronti del mondo e degli altri: ogni cosa diventa un dono, un’esperienza non scontata che ti fa vedere il mondo a colori e non in bianco e nero. La includerò nelle mie prossime “pillole”.❤️
Felicemente in pensione dal giugno 2020 con tre anni di esodo dal 2017.
La mia uscita dal lavoro ha fatto di me una donna felice, specie dopo due anni passati in una mansione non mia… ho lasciato il lavoro senza rimpianti, viste le condizioni sempre peggiorative dei ruoli e del riconoscimento delle competenze e delle esperienze pluriennali…
Ho molteplici interessi, tante bellissime amicizie…quasi la giornata dovrebbe durare il doppio per permettermi di fare tutto..
Ciao Cristina,
Grazie per il tuo commento e la tua testimonianza non può che infondere coraggio a chi magari teme questo cambiamento di vita. Gli ambienti di lavoro spesso non valorizzano l’esperienza, nonostante venga sbandierato l’esatto contrario. Quindi ti capisco benissimo e sono felice che tu abbia trovato la tua strada senza alcun rimpianto, piena di attività di grande soddisfazione, interessi diversi e bellissime amicizie. A volte ricevo messaggi che sono richieste di aiuto: testimonianze come la tua non possono che fare del bene a quei lettori che si trovano in difficoltà. Per cui un doppio grazie!
You’re spot on, Michaela, and you’ve learned a lot since “getting on the train.” Retirement is a fascinating evolutionary period in life, and you’ve made amazing strides in your first two years. I agree with every one of your lessons and practice them all in my successful retirement. I hope others who haven’t yet gotten on the train take the time to learn valuable lessons from those who have gone before them.
Dear Fritz,
Thanks a lot for your comment. The first lesson I have learned came directly from you. You said “Remember, you are not alone!”. Since then, I have started to look around, reading and reasoning on tons of contents related to retirenment. And I have learned a lot from The Retirement Manifesto, other blogs, books and podcasts. I am practising what I have learned and exploring more things. Like most people I thought that retiring would be easy but in the firts months, before writing to you, I really struggled. Now I believe that life in retirement can be a new start, once you have understood what you want to do with the rest of your life. And I really like sharing my experience and discussing on the “soft” topics of retirement to help others find their way.
Thank you again Fritz!